Sto sulla riva del fiume
O del mare, si meglio del mare, nel mio caso, e attendo.
Attendo di veder passare il cadavere del mio nemico, nemico senza volto, o forse ce l’ha , ma io non lo conosco, non so come sia, so che è cattivo, spietato e invadente, attendo guardando ancora una volta la paura negli occhi, questi occhi li conosco bene, e ancora una volta sono a reggere lo sguardo. Non posso lasciarle il passo, devo reggere il suo sguardo e poi sia quello che deve essere, ma a testa alta.
Attendo di veder passare il cadavere del mio nemico senza volto, ma con un nome che fa paura, che dice morte: carcinoma.Scruto ogni piccolo segno, lo analizzo, lo osservo, mi pongo domande.Adesso non c’è nessuno a darmi risposte, solo domande inespresse, senza interlocutore, i dottori adesso “lasciano in pace” così mi rilasso!! Bontà loro, adesso è peggio... Ma scruto e attendo prigioniera di questo silenzio, di questa assenza.
Attendo di veder passare il cadavere del mio nemico ora taciturno, silente, nascosto alla vista.. dov’é? c’è ancora? è morto? è pronto a un nuovo attacco? dov’è?Dove sei nemico troppo conosciuto, taci perchè sconfitto definitivamente?Io attendo in silenzio lottando ancora contro il timore, le suggestioni, gli orrori di questa battaglia quotidiana che assume ogni giorno aspetti diversi.
Attendo di veder passare il cadavere del mio nemico guardando la maschera che mi teneva legata alla macchina, impossibilitata a muovermi per la mia salute, per il mio bene...la guardo quasi con tenerezza, ora mi sento prigioniera di un invisibile nemico.
Attendo di veder passare il cadavere del mio nemico...
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