mercoledì 11 maggio 2016

Si sta come d'autunno...

"Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"

                                                                (G.Ungaretti, Soldati)

Strano come mi tornino in mente poesie, detti che pensavo dimenticati, nascosti negli anfratti del cervello eppure così presenti e più  reali che mai oggi. La poesia ha questa dote particolare, suggerisce e si svela poco alla volta.

Si sono come un soldato, siamo come soldati noi ammalati di cancro. Come soldati vigili, attenti, spaventati, pronti ad ogni piccolo cambiamento ad ogni soffio del vento. 
All'erta sto!

Si sta come d'autunno, sai che si può cadere da un momento all'altro, hai paura, ma guardi negli occhi la paura, come un soldato. La guardi fin nel profondo, scavi le radici, sai che sono vere, reali, ma scavi perché questo è il compito affidatoti, sei lì sentinella e custode della vita e guardi la paura e resti fermo al tuo posto e scavi.
Coraggio che non è assenza di paura, ma consapevolezza del rischio, della morte, della vita che vuoi vivere e alla quale ti aggrappi con coraggio, sfidando tutto.

Ogni giorno si cammina lungo corridoi silenziosi, si raggiunge la meta e qui si incrociano i sorrisi di quelli che,  come noi, percorrono questi sentieri, ci si sorride, si scambiano saluti  e negli sguardi ci si ritrova. In tutti la stessa luce, la stessa speranza, la stessa domanda, la stessa paura, ma ci si sorride, ci si dà la mano e si va avanti a muso duro.
Non c'è pensiero positivo, solo la forza che nasce da dentro, on la rabbia e la voglia di vivere.
Ci siamo, vogliamo restare, ma conviviamo, soldati, con la paura e il coraggio. 

"Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"

https://www.facebook.com/amelia.strega/videos/vb.1620893462/10201819910172372/?type=3&theater

domenica 8 maggio 2016

Sto sulla riva del fiume...

Sto sulla riva del fiume



O del mare, si meglio del mare, nel mio caso, e attendo.

Attendo di veder passare il cadavere del mio nemico, nemico senza volto, o forse ce l’ha , ma io non lo conosco, non so come sia, so che è cattivo, spietato e invadente, attendo guardando ancora una volta la paura negli occhi, questi occhi li conosco bene, e ancora una volta sono a reggere lo sguardo. Non posso lasciarle il passo, devo reggere il suo sguardo e poi sia quello che deve essere, ma a testa alta.

Attendo di veder passare il cadavere del mio nemico
senza volto, ma con un nome che fa paura, che dice morte: carcinoma.
Scruto ogni piccolo segno, lo analizzo, lo osservo, mi pongo domande.Adesso non c’è nessuno a darmi risposte, solo domande inespresse, senza interlocutore, i dottori adesso “lasciano in pace” così mi rilasso!! Bontà loro, adesso è peggio... Ma scruto e attendo prigioniera di questo silenzio, di questa assenza.

Attendo di veder passare il cadavere del mio nemico ora taciturno, silente, nascosto alla vista.. dov’é? c’è ancora? è morto? è pronto a un nuovo attacco? dov’è?Dove sei nemico troppo conosciuto, taci perchè sconfitto definitivamente?Io attendo in silenzio lottando ancora contro il timore, le suggestioni, gli orrori di questa battaglia quotidiana che assume ogni giorno aspetti diversi.

Attendo di veder passare il cadavere del mio nemico guardando la maschera che mi teneva legata alla macchina, impossibilitata a muovermi per la mia salute, per il mio bene...la guardo quasi con tenerezza, ora mi sento prigioniera di un invisibile nemico.

Attendo di veder passare il cadavere del mio nemico...